WOODSTOCK

 
WOODSTOCK, L’ANNIVERSARIO
 
 
Quaranta anni fa, esattamente il 15 agosto del 1969 a New York, nella contea di Sullivan chiamata Woodstock, si svolse il più grande e lungo concerto rock che la storia ricordi fino ad oggi!
 
Per festeggiare l’anniversario c’era in progetto un mega concerto celebrativo che poi è andato a rotoli.
Forse sia perché in questi tempi di crisi nessuna azienda si è proposta per sponsorizzare l’evento e sia per il non felice esito delle precedenti manifestazioni celebrative ,avvenute rispettivamente nel 1995 e nel 1999.
Anche se nei confronti di Woodstock è un controsenso parlare di sponsor se non un sacrilegio perfino!
Woodstock è passata alla storia proprio perché rappresentò un’irripetibile e spontanea manifestazione nel nome della pace e della musica, fuori da ogni logica di profitto e di mercato.
Meeting e Musica allo stato puro!
Tale concerto resta una pietra miliare nella storia della musica diventando un simbolo di una generazione.
Una generazione nata negli anni del dopoguerra che non si riconosceva nel mondo dei loro padri.
Gli anni sessanta sono stati gli anni più controversi della storia, gli astronauti americani ponevano la prima bandiera americana sulla Luna mentre i giovani la bruciavano in piazza per protestare contro la guerra in Vietnam, con giovani soldati che partivano ed altri che arrivavano morti o inesorabilmente menomati. Mentre il subsonico Concord spiccava il volo, in Biafra centinaia di persone morivano di fame. Furono quelli gli anni della gioventù di Praga schiacciata dai carri armati sovietici e dell’assassinio di Martin Luther King sostenitore dei diritti civili dei neri. Nelle università americane i soldati sparavano contro i dimostranti sebbene la rivoluzione culturale di quegli anni predicava pace e amore.
 

 Un mondo diverso sognato dal movimento hippy, “i figli dei fiori” di quegli anni come le dilaganti filosofie orientali insegnavano, fatto di libero amore e libero uso di droghe.  Ed il festival di Woodstock avvenuto in quegli anni ben rappresenta lo spirito ed il succo di quel mondo, incarnando appieno la controcultura giovanile.
Gli artisti chiamati ad esibirsi non avevano capito a cosa andavano in contro, così come gli stessi organizzatori, l’hippy Michael Lang e il discografico Artie Kornfeld, non avevano previsto una così massiccia partecipazione di pubblico. Grazie ai milionari John Roberts e Joel Rosenman, che avevano soldi da investire, i quattro decisero di fare un megaconcerto all’aperto affittando per 75.000 dollari 600 acri di terreno messi a disposizione dall’agricoltore Max Yasgur a 70 km. dal piccolo villaggio agreste di Woodstock
 

 

L’evento venne inizialmente soprannominato “An Aquarian Exposition” in riferimento all’anno dell’Acquario che per il movimento hippy avrebbe portato una nuova era di pace e di armonia universale. Si prevedeva grosso o modo l’arrivo di circa 50.000 partecipanti al giorno, ma ne arrivarono più di 500.000 mila! Così solo una piccolissima parte ottenne e pagò il biglietto che allora ostava 18 dollari. Sulle strade si formarono code chilometriche ed alcuni artisti dovettero prendere l’elicottero per arrivare in tempo.
Il campo affittato era una conca che dava su uno stagno che divenne un luogo importante per far lavare e dissetare così tante persone, arrivate con tende e sacchi a pelo ma, grazie alla stagione, molti potettero dormire all’aperto.
Considerata l’affluenza e la mancanza di sponsor commerciali i servizi erano scarsissimi così come il cibo, ma non mancò erba e droga mentre sesso fu vissuto in modo piuttosto libero, come d’altronde lo era per gli hippy. Ma, nonostante tutto, non si registrarono disordini e perfino l’acquazzone della domenica pomeriggio, che bloccò il concerto e creò un ammasso di fango, fu tramutato dai ragazzi, molti dei quali nudi,  in un felice happening. Nonostante molti mass-media volevano far passare il festival come un qualcosa di catastrofico e di osceno, l’atmosfera del festival fu straordinariamente serena e si ha notizia solo di due decessi: uno probabilmente causato da un’overdose di eroina, e la morte accidentale di un partecipante che dormiva nel sacco a pelo, in un campo di fieno limitrofo, quando fu investito da un trattore.
 

Il festival iniziò alle ore 17 di venerdì 15 Agosto con l’esibizione di “Richie Havens” seguito dalla benedizione sulla folla da parte del guru indiano Swarmi Satchidananda e quel giorno terminò con l’esibizione di “Joan Baez” la cui canzone “we shall overcome”, scritta per protesta contro l’arresto del marito, divenne l’inno pacifista per eccellenza. Si riprese sabato 16 a mezzogiorno quando sul palco salì un semi-sconosciuto chitarrista dal nome di “Carlos Santana” che andò via che era già una star. Visto che tutti gli artisti non rispettavano i tempi, il concerto deragliò e si suonò per tutta la notte con gli “WHO” che si esibirono al sorgere del sole mentre i “Jefferson Airplane” che dovevano chiudere la serata si trovarono a suonare alle 8 di mattina della domenica successiva. Proprio mentre alle 17 si stava esibendo uno strepitoso “Joe Cocker”, l’imprevisto e furioso temporale si abbatte sulla zona. Il concerto riprese alcune ore dopo con l’entrata in palco dei “Ten Years After” e degli esordienti “Crosby Still Nash and Young”, mentre il seguente lunedì mattina l’ultimo artista a concludere la manifestazione fu il mitico “Jimi Hendrix”. Egli aveva insistito per essere l’ultimo non prevedendo che, a causa del ritardo, molti giovani a quell’ora erano già partiti per ritornare a casa. Egli suonò per ben due ore e alla fine, in un evidente stato di esaltazione, improvvisando, suonò l’inno nazionale americano.
Davanti ad una generazione di giovani che sognava un mondo migliore, le note distorte di quell’inno dei loro padri suonò come un “non ci sto” e oltre a segnare per sempre quell’evento, divenne il miglior modo per concludere quei “tre giorni di pace & musica". 
 

  

Ecco la scaletta del festival, con le rispettive canzoni

Venerdì 15 agosto
 
Richie Havens
  • High flyin’ bird
  • I can’t make it any more
  • With a little help from my friends
  • Strawberry fields forever
  • Hey Jude
  • I had a woman
  • Handsome Johnny
  • Freedom [Freedom fu un pezzo di totale improvvisazione: il pubblico gli chiedeva tanti bis che (dopo averne fatti ben sette) esaurì il repertorio, e suonando la chitarra si mise a ripetere "freedom"]
Country Joe McDonald
  • I find myself missing you
  • Rockin’ all around the world
  • Flyin’ high all over the world
  • Seen a rocket flyin’
  • The "Fish" cheer/I-feel-like-I’m-fixin’-to-die rag [Country Joe McDonald non era in programma il primo giorno, ma lo fecero esibire a sorpresa e senza la sua band, The Fish, perché molti artisti non erano ancora arrivati. Avrebbe suonato di nuovo il terzo giorno, insieme alla band.]
John Sebastian
  • How have you been
  • Rainbows all over your blues
  • I had a dream
  • Darlin’ be home soon
  • Younger generation
Sweetwater
  • What’s wrong
  • Motherless child
  • Look out
  • For Pete’s sake
  • Day song
  • Crystal spider
  • Two worlds
  • Why oh why
The Incredible String Band
  • Invocation
  • The letter
  • This moment
  • When you find out who you are
Bert Sommer
  • Jennifer
  • The road to travel
  • I wondered where you be
  • She’s gone
  • Things are going my way
  • And when it’s over
  • Jeanette
  • America
  • A note that read
  • Smile
Tim Hardin
  • If i were a carpenter
  • Misty roses [L’esibizione di Tim Hardin, nonostante la scaletta così breve, durò un’ora.]
Ravi Shankar
  • Raga puriya-dhanashri/Gat in sawarital
  • Tabla solo in jhaptal
  • Raga manj kmahaj
  • Iap jor
  • Dhun in kaharwa tal
Melanie
  • Beautiful people
  • Birthday of the sun
Arlo Guthrie
  • Coming into Los Angeles
  • Walking down the line
  • Amazing Grace
Joan Baez  [Nei giorni del festival Joan Baez era al sesto mese di gravidanza: sarebbe nato il figlio Gabriel.]
  • Oh happy day
  • The last thing on my mind
  • I shall be released
  • Joe Hill
  • Sweet Sir Galahad
  • Hickory wind
  • Drugstore truck driving man
  • I live one day at a time
  • Sweet sunny South
  • Warm and tender love
  • Swing low, sweet chariot
  • We shall overcome
 
Sabato 16 agosto
 
Quill
  • They live the life
  • BBY
  • Waitin’ for you
  • Jam
Keef Hartley Band
  • Spanish fly
  • Believe in you
  • Rock me baby
  • Medley
  • Leavin’ trunk
  • Halfbreed
  • Just to cry
  • Sinnin’ for you
Santana
  • Waiting
  • You just don’t care
  • Savior
  • Jingo
  • Persuasion
  • Soul sacrifice
  • Fried neckbones
Canned Heat
  • A change is gonna come/Leaving this town
  • Going up the country
  • Let’s work together
  • Woodstock boogie
Mountain
  • Blood of the sun
  • Stormy Monday
  • Long red
  • Who am I but you and the sun
  • Beside the sea
  • For Yasgur’s farm (allora senza titolo)
  • You and me
  • Theme for an imaginary Western
  • Waiting to take you away
  • Dreams of milk and honey
  • Blind man
  • Blue suede shoes
  • Southbound train
Janis Joplin & The Kozmic Blues Band
  • Raise your hand
  • As good as you’ve been to this world
  • To love somebody
  • Summertime
  • Try (Just a little bit harder)
  • Kosmic blues
  • Can’t turn you loose
  • Work me Lord
  • Piece of my heart (con bis)
  • Ball & chain (con bis)
Sly & The Family Stone
  • Chip monck intro/M’lady
  • Sing a simple song
  • You can make it if you try
  • Everyday people
  • Dance to the music
  • I want to take you higher
  • Love city
  • Stand!
Grateful Dead [La loro performance fu segnata da problemi tecnici, compresa una messa a terra difettosa; Jerry Garcia e Bob Weir ricordarono di aver preso la scossa toccando le loro chitarre.]
  • St. Stephen
  • Mama tried
  • Dark star/High time
  • Turn on your love light
Creedence Clearwater Revival
  • Born on the bayou
  • Green river
  • Ninety-nine and a half (Won’t do)
  • Commotion
  • Bootleg
  • Bad moon rising
  • Proud Mary
  • I put a spell on you
  • Night time is the right time
  • Keep on choogin’
  • Suzy Q
The Who [Iniziarono a suonare solo intorno alle quattro del mattino – a causa, si dice, di litigi con gli organizzatori riguardo alla paga. Alla fine della performance degli Who, Pete Townshend sbatté più volte la chitarra sul palco, poi la gettò al pubblico.]
  • Heaven and hell
  • I can’t explain
  • It’s a boy
  • 1921
  • Amazing journey
  • Sparks
  • Eyesight to the blind
  • Christmas
  • Tommy can you hear me?
  • Acid queen
  • Pinball wizard
  • Do you think it’s alright?
  • Fiddle about
  • There’s a doctor
  • Go to the mirror
  • Smash the mirror
  • I’m free
  • Tommy’s holiday camp
  • We’re not gonna take it
  • See me, feel me (il sole iniziò a sorgere mentre Roger Daltrey iniziava a cantare il coro in questo brano)
  • Summertime blues
  • Shakin’ all over
  • My generation
  • Naked eye
Jefferson Airplane [Iniziarono alle otto del mattino di domenica, concludendo la maratona notturna.]
  • Volunteers
  • Somebody to love
  • The other side of this life
  • Plastic fantastic lover
  • Won’t you try/Saturday afternoon
  • Eskimo blue day
  • Uncle Sam’s blues
  • White rabbit
 
Domenica 17 e lunedì 18 agosto
 
 
Joe Cocker  [inaugurò l’ultima giornata in programma, alle due del pomeriggio. Prima del suo numero, The Grease Band aveva eseguito alcuni brani strumentali.]
  • Dear Landlord
  • Something comin’ on
  • Do I still figure in your life
  • Feelin’ alright
  • Just like A woman
  • Let’s go get stoned
  • I don’t need a doctor
  • I shall be released
  • With a little help from my friends
The Grease Band
  • brani strumentali
    Country Joe & The Fish
    • Rock and soul music
    • Thing called love
    • Love machine
    • The "Fish" cheer/I-feel-like-I’m-fixin’-to-die rag
    Ten Years After
    • Good morning little schoolgirl
    • I can’t keep from crying sometimes
    • I may be wrong, but I won’t be wrong always
    • Hear me calling
    • I’m going home
    The Band
    • Chest fever
    • Tears of rage
    • We can talk
    • Don’t you tell Henry
    • Don’t do it
    • Ain’t no more cane
    • Long black veil
    • This wheel’s on fire
    • I shall be released
    • The weight
    • Loving you is sweeter than ever
    Blood, Sweat & Tears
    • More and more
    • I love you more than you’ll ever know
    • Spinning wheel
    • I stand accused
    • Something comin’ on
    Johnny Winter
    • Mama, talk to your daughter
    • To tell the truth
    • Johnny B. Goode
    • Six feet in the ground
    • Leland Mississippi blues/Rock me baby
    • Mean mistreater
    • I can’t stand it (fu accompagnato dal fratello, Edgar Winter)
    • Tobacco road (con Edgar Winter)
    • Mean town blues
    Crosby, Stills, Nash & Young
    • Suite: Judy blue eyes
    • Blackbird
    • Helplessly hoping
    • Guinnevere
    Marrakesh Express
    • 4 + 20
    • Mr. Soul
    • Wonderin’
    • You don’t have to cry
    The Grease Band
    • Pre-road downs
    • Long time gone
    • Bluebird
    • Sea of madness
    • Wooden ships
    • Find the cost of freedom
    • 49 bye-byes
    Neil Young
    [saltò la maggior parte della performance acustica (ne eseguì solo le sue composizioni "Mr. Soul" e "Wonderin’") e rifiutò di essere filmato durante l’altra; Young, ha detto, credeva che la registrazione distraesse sia gli artisti che il pubblico dalla musica.]
     
    Paul Butterfield Blues Band
    • Everything’s gonna be alright
    • Driftin’
    • Born under a bad sign
    • Morning sunrise
    • Love March
    • Rumpis cumpis
    Sha-Na-Na
    • Na-Na theme
    • Jakety yak
    • Teen angel
    • Jailhouse rock
    • Wipe out
    • Who wrote the book of love
    • Duke of earl
    • At the hop
    • Na-Na theme
    Jimi Hendrix
    [Dopo che la sua band era stata presentata come "The Jimi Hendrix Experience", Hendrix corresse con il nuovo nome del gruppo: "Gypsy Sun and Rainbows"]
    • Message to love
    • Hear my train a comin’
    • Spanish castle magic
    • Red house (la corda del mi acuto della chitarra di Hendrix si ruppe, ma continuò a suonare la canzone con cinque corde)
    • Mastermind (scritta e cantata da Larry Lee)
    • Lover man
    • Foxy lady
    • Jam back at the house
    • Izabella
    • Gypsy woman/Aware of love (queste due canzoni, scritte da Curtis Mayfield, furono cantate insieme da Larry Lee come un medley)
    • Fire
    • Voodoo child (slight return)/Stepping stone
    • The star-spangled banner (una cover dell’inno degli Stati Uniti, eseguita da Hendrix con una forza e dei suoni stranianti che era *facile intendere come la sua protesta per la violenza delle politiche degli USA, nella guerra in Vietnam e negli scontri sociali)
    • Purple haze
    • Woodstock improvisation/Villanova junction
    • Hey Joe
    • The wind cries Mary
    • All along the watchtower
    • Womanizer

      The Jeff Beck Group era in scaletta, ma la band si sciolse una settimana prima dell’inizio del festival, e non vi partecipò.
      Gli Iron Butterfly rimasero bloccati in aeroporto, e il loro manager cercò di organizzare il resto del loro viaggio in elicottero.
      Anche Joni Mitchell avrebbe dovuto esibirsi, ma il suo agente preferì farla apparire, il lunedì, al The Dick Cavett Show, dal forte audience a livello nazionale, piuttosto che "sedere in un campo con 500 persone".
      La band canadese Lighthouse, in scaletta, si ritirò infine, sostenendo che non sarebbe stato un buon palcoscenico. Più tardi, diversi membri del gruppo si sarebbero detti pentiti della definizione.
      Gli organizzatori del festival contattarono John Lennon per chiedere la partecipazione dei Beatles (che erano in fase di separazione), ma Lennon rispose che avrebbero suonato solo se fosse stata invitata pure la Plastic Ono Band, il gruppo di Yoko Ono. Gli organizzatori lasciarono perdere, visto che la Plastic Ono Band non era conosciuta e non era all’altezza degli altri gruppi.
      Bob Dylan era in corso di trattative, ma si tirò indietro in occasione della malattia di un figlio, e infastidito dalla confusione che si stava creando intorno a casa sua, che si trovava proprio nel villaggio di Woodstock.
      I Doors si stavano riprendendo da un periodo di guai con la legge, dovuti soprattutto alla presunta oscenità delle esibizioni di Jim Morrison e annullarono tutti gli spettacoli in programma.
      Il manager dei Led Zeppelin, Peter Grant, ha detto: "Ci era stato chiesto di andare a Woodstock e alla Atlantic ne erano entusiasti, ma dissi di no perché a Woodstock saremmo stati soltanto un’altra band in scaletta".
      I Procol Harum declinarono l’invito perché il festival si sarebbe svolto subito dopo un loro lungo tour e per la nascita imminente del figlio di Robin Trower.
      I Tommy James & The Shondells rifiutarono per sbaglio. Il cantante Tommy James avrebbe spiegato: "Avremmo voluto prenderci a schiaffi da soli. Eravamo alle Hawaii, e la mia segretaria mi chiamò e disse ‘Yeah, ascolta, c’è questo allevatore di maiali nel nord dello stato di New York che vuole che suoniate in un suo campo’. Così è come mi fu presentata la faccenda. Perciò declinammo, e capimmo cosa ci eravamo persi un paio di giorni dopo".
      Altre band che, invitate, non andarono a Woodstock furono Frank Zappa & The Mothers of Invention, i Jethro Tull, i Byrds, i Moody Blues, Paul Revere & The Raiders, i Free, gli Spirit, i Mind Garage.
       

       

      riferimenti: -http://it.wikipedia.org-

       

       

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      Una risposta a WOODSTOCK

      1. TIZIANA ha detto:

        Mamma mia…non ero ancora nata, ma sono certa che la mia anima ballava scatenata insieme a tutta quella gente…. Hanno lasciato un bel segno!!!

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