OBSOLESCENZA PROGRAMMATA

DURATA DEGLI ELETTRODOMESTICI

Erano anni che facevo questa constatazione e spesso la esternavo, ma ora, dopo aver letto qualche articolo in  merito, mi rendo conto che, ahimè, corrisponde a verità e non è più solo un dubbio.
La mia constatazione suppongo sia stata anche la vostra dal momento che riguarda la durata di tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche (e non solo) che acquistiamo. Che si tratti di una  semplice lampadina, di un tostapane, di una lavatrice o di un televisore, tutti questi elettrodomestici non hanno più la stessa durata di quelli che compravano 20 anni fa.
Quand’ero ragazzo ricordo che raramente a casa si cambiava qualche lampadina, ma senza andare così tanto lontano nel tempo, posso dire che dopo essermi sposato il primo frigorifero è stato cambiato dopo 22 anni, anche se non era ancora del tutto irreparabile. Stesso discorso per televisore, lavatrice e caldaia. Erano apparecchi quasi “eterni” che, anche se si rompevano, potevano essere riparati e valeva la pena farlo. E’ sintomatico che la figura del “riparatore” è da tempo quasi scomparsa dalla circolazione, in particolar modo quella del “riparatore TV” che non esiste più, a parte i centri di riparazione autorizzati delle varie marche produttrici.
E’ pur vero che rispetto al passato il prezzo di alcuni elettrodomestici è ribassato, come è il caso dei televisori, ma oggi una lampadina a risparmio energetico costa molto di più di una lampadina ad incandescenza e, se lo avete notato, dura molto, ma molto meno. In sintesi, si risparmia ma si riceve un qualcosa che “dura” molto di meno, oppure si paga di più, risparmiando però sui consumi o inquinando meno, ma ci si rimette nel dover sostituire molto più spesso il prodotto. Davvero un bell’affare!

Il termine che dovete ricordarvi e che le ditte costruttrici osservano, è “obsolescenza programmata”, vale a dire che tutti gli apparecchi vengono “volutamente” costruiti per durare di meno, ad avere una durata grosso modo prestabilita, come se fosse una “scadenza” oltre la quale il prodotto non dovrebbe più garantire il suo perfetto funzionamento o rompersi perfino.
Tutto questo  per vendere di più e quindi a spese di noi consumatori.
L’obsolescenza programmata è studiata a puntino perché non deve né far durare l’apparecchio troppo poco, provocando il malcontento degli acquirenti e il danneggiamento dell’immagine della ditta, né troppo a lungo da portare ad un mancato guadagno della ditta.
A tale programmata obsolescenza si aggiunge anche una diversa politica dei pezzi di ricambio, secondo la quale le aziende producono solo alcuni ricambi, mentre altri sono troppo costosi o difficili da trovare, con l’obiettivo di costringere il cliente a sostituire l’apparecchio. Si pensi, ad esempio, alle batterie che spesso (volutamente?) non sono sostituibili e una volta che non si ricaricano più costringono a buttare l’apparecchio, come è avvenuto per l’iPod (non dura più di due anni!), con il MacBook Pro, o con alcune fotocamere digitali.

Tutto quanto sto dicendo è stato confermato in Germania da uno studio commissionato dal gruppo parlamentare dei Verdi tedeschi. Secondo Stefan Schridde e Christian Kreis, autori dello studio, dimostrare questa “intenzionalità” dei produttori è, ovviamente, estremamente difficile. Produttori che si difendono affermando che questo sarebbe controproducente perché i clienti considererebbero scadente quella marca e si rivolgerebbero ad altre. Cosa vera se fossero solo alcune aziende a seguire i criteri dell’obsolescenza programmata….non vi pare? Inoltre, rimane il fatto che fino agli anni ’70 l’aspettativa di vita di un elettrodomestico era di 20-30 anni, mentre oggi è più di 10 volte inferiore.

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