TATUAGGI DEI CLAN

Molti anni fà, quando i tatuaggi non erano ancora un fatto di moda, solo chi era stato in prigione o apparteneva ad un clan faceva ricorso ai tatuaggi. Agli inizi, per gli affiliati dei clan camorristici i tatuaggi erano un segno di riconoscimento e perfino dei messaggi. Ogni simbolo aveva il suo significato che solo i camorristi erano in grado di interpretare. Oggi, alcuni di questi simboli sono ancora usati, eccone alcuni.

La tigre: simbolo di forza, distingueva i giovani boss emergenti.

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ACAB: L’acronimo di “All Cops Are Bastards”, tutti i poliziotti sono bastardi.

Un revolver:  segno distintivo degli affiliati al clan della zona orientale di Napoli. Generalmente tatuato nella parte destra del corpo.

O’ Munaciello: sebbene  simbolo di fortuna o di disgrazia non si conosce ancora il significato che intende trasmettere la persona che lo porta.

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Il cane Mastiff: simbolo distintivo del clan nelle zone periferiche di Napoli.

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scorpioLo scorpione: usato come segno di devozione nei confronti del proprio boss.

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3 risposte a TATUAGGI DEI CLAN

  1. Ritualità, comunicazione, concezione del corpo, moda, sottoculture: in questa esercitazione ho cercato di dimostrare come l’esame un po’ più approfondito di ognuno di questi diversi fattori può dimostrarsi utile per offrire una spiegazione, di certo non completamente esauriente ma per lo meno ragionata, per il tatuaggio. Fenomeno che vanta una tradizione tanto antica, ma che nel presente vive ancora, e che probabilmente rimarrà anche nel futuro, il tatuaggio ha suscitato ora meraviglia e consenso, ora disapprovazione e condanna. Nato come cultura, è diventato anche una moda, non prima però di essere stato elemento delle contro – mode sottoculturali. Ambivalente, contraddittorio, denso di significato o decorativo, penso che con tali caratteristiche il tatuaggio possa sicuramente essere considerato come un fenomeno postmoderno.

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  2. Clinton R. Ortiz ha detto:

    In Giappone il tatuaggio è comunemente chiamato irezumi 入れ墨, “inserire inchiostro nero” o horimono 彫り物, “incidere qualcosa”. I due termini in passato non erano sinonimi, ma indicavano due tipi particolari di tatuaggio: gli irezumi erano i tatuaggi dei criminali, mentre gli horimono erano i tatuaggi fatti per gusto personale. Oggi i due termini hanno lo stesso significato.

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  3. Andrea S. Bruce ha detto:

    Nel 1800 in Giappone si e’ assistito allo sviluppo e diffusione del tatuaggio, con spunti presi dalle ricche decorazioni delle stoffe dei kimono, dagli abiti dei samurai e da quelli per le cerimonie.Soprattutto pero’ i tatuaggi erano diffusi all’interno della fascia di società che comprendeva figure come: le prostitute, i marinai, giocatori d’azzardo, i piccoli commercianti, i pompieri, i clan di malviventi.La classe alto borghese non apprezzava molto l’arte del segno sul proprio corpo.

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